Come rilevare ponti termici con la termografia

Per assolvere alla necessità di ridurre il livello di CO2 e rispondere correttamente alle esigenze evidenziate nel protocollo di kyoto, come stabiliscono le disposizioni nazionali e comunitarie, occorre intensificare il rendimento energetico delle strutture, abitative e non, quindi promuovere un intervento mirato a una riqualificazione del settore edilizio.

In questo articolo prenderemo in esame una moderna tecnica d’analisi finalizzata a rilevare dispersioni di calore e ponti termici dovuti a deficienze di coibentazione: la termografia IR.

Che cos’è la termografia?

Essendo del settore molti di voi sapranno sicuramente che cosa sia la termografia, vale comunque sempre la pena ricordarlo. La termografia è identificata dalla norma UNI EN 473 / ISO 9712 come prova non distruttiva “P.N.D”, o controllo non distruttivo “C.N.D”, in quanto tecnica d’analisi che permette di vedere”attraverso” gli edifici, quindi rilevarne modalità costruttive e risposte termiche in caso di discontinuità del materiale, senza apportarne modifiche o alterazioni. La termografia permette di visualizzare in un‘immagine bidimensionale la misura dell’irraggiamento, catturando le radiazioni nel campo dell’infrarosso dello spettro elettromagnetico, quindi riportando le misure correlate con l’emissione delle radiazioni.

termografia infrarossi

Attraverso termocamere poco più grandi di un comune telefono cellulare possiamo oggi ricavare dei termogrammi di elevata qualità, un’immagine bidimensionale costituita da punti di misura (pixel) di una densità tale da restituirci un’immagine uniforme, priva di soluzione di continuità. Attraverso il termogramma possiamo vedere e analizzare come si distribuisce la temperatura in un edificio.

Per quanto riguarda l’isolamento, la termografia ci permette di rilevare, da un punto di vista termico, i punti deboli di un edificio. Vediamo di seguito un esempio riferito alla rilevazione di ponti termici.

La termografia nell’isolamento di ponti termici

Normalmente i ponti termici non sono visibili su una facciata se non attraverso la termografia, che ci segnala quali siano i punti di debolezza di un edificio dal punto di vista termico. Prendiamo le immagini 1.1 e 1.2.  Dal termogramma è possibile vedere come, nello specifico caso, i punti deboli siano quelli contrassegnati in rosso, ovvero l’ossatura in calcestruzzo non isolata e le porte di ingresso non isolate. Uno dei vantaggi della termografia è per l’appunto quello di essere funzionale ad osservare in modo non invasivo anche strutture costituite da conglomerato cementizio armato, come solai, travi e pilastri.

Fig. 1.1 Ripresa fotografica di un edificio per uffici

Fig. 1.1 Ripresa fotografica di un edificio per uffici

termografia edifici

1.2 Termogramma di un edificio per uffici

Secondo la DIN 4108 “isolamento termico e risparmio energetico degli edifici, parte 2, requisiti minimi per l’isolamento termico”, i diversi elementi strutturali esterni degli edifici devono possedere un valore minimo di resistenza termica. Nel caso questo valore non fosse raggiunto, la resistenza termica degli elementi strutturali in calcestruzzo può essere adattata a quella della muratura isolata termicamente.
Come avviene il procedimento? Posizionando esternamente lastre con superficie goffrata, definita anche ad effetto wafer, ovvero senza pelle di estrusione, come il pannello termoisolante Styrodur 2800 C.

Attraverso questa tipologia di pannello termoisolante è possibile raggiungere risultati profittevoli:

⦁ si evitano inutili dispersioni di calore nella zona degli elementi in calcestruzzo;
⦁ aumenta la temperatura superficiale interna;
⦁ Si ostacola la formazione di condensa e muffe.

Un esempio di esecuzione nell’isolamento di ponti termici

Come posizionare l’isolante?
Per ponti termici di grandi dimensioni, ovvero con superficie da isolare maggiore di 5 m2 , le lastre isolanti devono essere posizionate a giunti sfalsati, evitando quelli incrociati.

Per ponti termici di piccole dimensioni, come nel nostro caso per il supporto del solaio, le lastre isolanti devono essere posizionate sul perimetro del solaio.
Nell’isolamento di ponti termici di piccole dimensioni spesso si realizza il tipo di esecuzione illustrato in figura 1.3. La temperatura superficiale interna della parete aumenta da 10 °C a 14,9 °C grazie all’isolamento dei ponti termici nella zona dello spigolo.

Fig. 1.3 Supporto del solaio con indicazione della temperatura superficiale interna senza e con isolamento dei ponti termici con Styrodur 2800C, spessore 5 cm

Fig. 1.3 Supporto del solaio con indicazione della temperatura superficiale interna senza e con isolamento dei ponti termici con Styrodur 2800C, spessore 5 cm

Tuttavia, come osservabile in figura 1.4, sui fianchi del supporto del solaio in calcestruzzo persiste una dispersione di calore, evidenziata dal colore più chiaro sopra e sotto il solaio.
Il problema viene risolto integrando l’isolamento sotto la soletta passante, come riportato nella figura 1.5. In questo modo si ottiene un isolamento termico ottimale.

Fig. 1.4 Termogramma del ponte termico nella zona di appoggio del solaio.

Fig. 1.4 Termogramma del ponte termico nella zona di appoggio del solaio.

Fig. 1.5 Isolamento ottimale dei ponti termici nella zona di appoggio del solaio.

Fig. 1.5 Isolamento ottimale dei ponti termici nella zona di appoggio del solaio.

Come avete potuto osservare, la termografia diventa una pratica indispensabile per una corretta diagnosi energetica su nuovi edifici e permette di intervenire con efficacia su quelli esistenti.

Vi abbiamo incuriosito? Accedendo al nostro sito, scoprirete i vantaggi associati ai pannelli styrodur 2800C per l’isolamento di ponti termici.

Per ulteriori informazioni sulla termografia e sulla sua pratica in Italia visitate il sito di riferimento italiano.

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