Tetto piano

PERCHÉ IL TETTO PIANO ROVESCIO?

Le case con tetto piano, dal design moderno, le linee pulite e le forme geometriche semplici ed essenziali, sono tra le soluzioni costruttive più ambite nel mercato del mattone, in particolare nella costruzione di ville e abitazioni ecocompatibili. Tuttavia, se fino a qualche anno fa una casa con tetto piano poteva considerarsi una soluzione economicamente sostenibile da pochi, oggi fortunatamente le cose sono cambiate, cosicché le coperture piane sono alla portata di un bacino di clienti assai più ampio.

Va comunque ricordato che sebbene il tetto piano sia entrato a pieno titolo tra le soluzioni costruttive più richieste nel mercato, non per questo il tetto tradizionale (tetto a falda o tetto inclinato) deve ritenersi surclassato, almeno per quanto riguarda l’isolamento. Infatti, indipendentemente dai requisiti specifici, quindi dalla complessità di esecuzione o della scelta della stratigrafia, sia i tetti piani sia i tetti a falda sono in grado di soddisfare le esigenze fisiche e strutturali di un tetto, così come soddisfano le esigenze di isolamento termico imposte dalle normative in vigore, preservando l’edificio in modo affidabile e duraturo dall’azione degli agenti atmosferici.

Ma torniamo a parlare del protagonista di questo articolo. Esistono vari tipi di tetto piano, come il tetto caldo e il tetto rovescio, ed entrambi fanno parte della più ampia categoria di tetti piani semplici e non ventilati. La differenza tra le due tipologie di copertura sta nella posizione della membrana impermeabile rispetto al pannello isolante.
Mentre nel tetto caldo l’impermeabilizzante si trova sopra l’isolante, nel tetto rovescio la posizione risulta invertita, cosicché è l’isolante ad essere collocato al di sopra della guaina impermeabile.

Tetto piano

Fig.1 tetto piano in una villa in aix en provance (France)

Il tetto rovescio è una tipologia di copertura piana sempre più richiesta dai progettisti, ma un risultato ottimale richiede l’utilizzo di materiali speciali, come il polistirene espanso estruso di cui è fatto lo Styrodur. L’XPS è difatti l’unico materiale adatto a una tale stratigrafia poiché non assorbe acqua, è intaccabile dall’umidità e resistente alla putrescibilità.
Il ribaltamento della membrana impermeabile, come accade nei tetti rovesci, necessita allora di un isolante particolarmente solido e resistente, giacché sarà sottoposto a sollecitazioni particolarmente intense dovute all’acqua piovana, al terreno di riverdimento o ai carichi mobili su tetti a terrazza, o a tetti carrabili adibiti a parcheggio. Sia i tetti caldi che i tetti rovesci possono essere sia non praticabili, sia praticabili. Una copertura piana praticabile può essere definita da un tetto a terrazza, un tetto parcheggio o dal tetto verde (intensivo/estensivo), di cui abbiamo già parlato qualche articolo fa. Tutte soluzione che prevedono pressioni piuttosto gravose e che di conseguenza richiedono un materiale notevolmente robusto, non solo imputrescibile, ma che possieda un’elevata resistenza alla compressione.
Per finire un isolante, per poter svolgere la sua funzione in un tetto rovescio, necessita di una capacità termoisolante efficace e di lunga durata. Nella tabella 1 potete apprezzare i parametri caratteristici dei diversi tipi di Styrodur per il tetto rovescio.
parametri styrodur tetti rovesci
Nella tabella 2, invece, i valori di misurazione della conduttività termica, fondamentali per comprendere la vera capacità d’isolamento delle lastre Styrodur. Attenzione però: nei tetti rovesci l’isolante è a contatto diretto con gli agenti atmosferici, ciò vuol dire che in alcune situazione potrebbe trovarsi in condizioni di umidità superiori a quelle previste in fase di progetto. Il progettista dovrebbe tenere conto di questa possibilità, in quanto essa influenza direttamente il valore della trasmittanza termica della struttura. Una soluzione, in questo senso, è quella di peggiorare il valore della conduttività termica dichiarata.

tetti piani e tetti rovesci- valori della conduttività termica di Styrodur

STRATIGRAFIA DI UN TETTO ROVESCIO

Nell’immagine sottostante potete osservare la diversa stratificazione tra un tetto caldo e un tetto rovescio. Soffermandoci sul tetto rovescio, possiamo elencare, in un ordine che va dallo strato superiore a contatto con l’aria, allo strato inferiore a contatto con il solaio, almeno sei strati di materiali diversi:

  • Uno strato protettivo (per esempio ghiaia);
  • Eventualmente un tessuto geotessile (telo in poliestere o polipoprilene);
  • Uno strato isolante di styrodur;
  • Un’impermeabilizzazione del tetto (al contempo barriera vapore):
  • Eventuale strato di compensazione;
  • Un solaio di cemento armato.

styrodur_isolamento_tetti_imm1

Rispetto a un tetto caldo convenzionale, il tetto rovescio è realizzabile più facilmente e in tempi più brevi, in quanto provvisto di un minor numero di strati da posare e incollare. Ma questo non è l’unico vantaggio, vediamone degli altri elencati qui sotto.

I VANTAGGI DEL TETTO ROVESCIO: TETTO ROVESCIO VS TETTO CALDO CONVENZIONALE

  1. Nel tetto rovescio la guaina impermeabilizzante è posta su un fondo resistente, robusto e uniforme, quindi non possono formarsi giunti tra le singole lastre isolanti, come potrebbe invece accadere qualora la membrana fosse collocata sopra l’isolante. Nei punti di giunzione tra una lastra e l’altra, infatti, l’impermeabilizzante potrebbe incurvarsi in prossimità di questi punti, con possibile formazione di crepe.
  2.  Dato che nel tetto rovescio l’impermeabilizzante aderisce con tutta la superficie al solaio pieno in calcestruzzo, in caso di danni le perdite possono essere localizzate con facilità. Nel caso dei tetti caldi, invece, molto spesso l’entità del danno dell’impermeabilizzante è visibile a una notevole distanza dal vero punto danneggiato dell’impermeabilizzazione, rendendo difficile risalire al punto esatto da riparare.
  3.  Nella realizzazione di un tetto rovescio, le lastre di isolante possono essere posate anche in condizioni di nebbia e pioggia, cosa non possibile per i tetti caldi tradizionali, nei quali si andrebbero a creare bolle di vapore a causa dell’umidità formatasi tra la guaina e le lastre isolanti.
  4.  In caso di tetto rovescio l’impermeabilizzante è sempre protetta dai raggi UV. Con il tetto caldo, al contrario, la protezione non è sempre garantita, con possibilità di danni sia per guaine sintetiche che per guaine bituminose;
  5.  Nel caso di tetto rovescio anche le escursioni termiche registrate sull’impermeabilizzante risultano essenzialmente ridotte. Nel caso di tetto caldo convenzionale l’escursione termica annuale sulla copertura del tetto può raggiungere i 70-80 C°. Invece, nel tetto rovescio l’escursione termica annuale è di circa 12 K, con temperatura interna sotto al tetto di circa 15-20 C°.
  6.  Nel tetto rovescio la guaina è protetta da sollecitazioni meccaniche e shock termici che potrebbero danneggiarla.

Se ripercorrete a ritroso i vantaggi elencati del tetto rovescio potrete notare la presenza di un unico filo conduttore: la guaina impermeabilizzante.
Non a caso la realizzazione di un tetto piano secondo il principio del tetto rovescio deriva proprio dall’esigenza di proteggere l’impermeabilizzazione del tetto da azioni statiche, dinamiche e termiche. E tale requisito è prescritto come obbligatorio anche nella normativa DIN 18195-10.

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