A’ DESIGN AWARD & COMPETITION, IL CONTEST GIUSTO PER DESIGNER

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“A’ Design Award & Competition” è il concorso di design per realizzazioni progettate da professionisti e giovani designer, grafici, architetti, aziende di design grafico, che riesce a raccogliere partecipanti da tutto il mondo, un confronto che vede rivaleggiare le diverse culture per definire gli stili di design del futuro.

È un concorso di eccellenza, una delle più importanti competizioni di design a livello internazionale che spesso rappresenta una pietra miliare nella carriera di progettisti. Attraendo aziende orientate alla progettazione di tutto il mondo, offre una visibilità in grado di far avere ai vincitori possibilità d’impiego prestigiose.

Il concorso prevede una giuria composta da accademici e professionisti che giungono da tutte le parti del mondo. Per bilanciare il giudizio sono state inserite all’interno della giuria persone comuni, in modo da rendere il responso il più equo possibile. Le proposte sono considerate per il loro grado d’innovazione, qualità estetiche, creatività e utilità oltre alla facilità di realizzazione ed efficienza delle applicazioni, attrazione e accessibilità.

Iscrizione e premio

Si ha la possibilità di partecipare al concorso fino al 28 febbraio 2018. I candidati designer devono inviare le immagini ad alta risoluzione dei loro progetti insieme con una presentazione della sua applicazione. I disegni grafici sono selezionati in base agli aspetti formali, funzionali ed emotivi.

I vincitori del “A’ Design Award & Competition” ritireranno un certificato di eccellenza nel design internazionale. In più riceveranno un trofeo in metallo in tre dimensioni e la possibilità di farsi pubblicità attraverso il logo “A’ Design Award Winner “. Non mancherà nella vincita un invito alla notte di gala esclusiva in Italia.

Il concorso è eterogeneo: al suo interno sono state previste svariate categorie, si passa da progetti architettonici a quelli di arredamento, non mancando di includere creazioni nel campo della grafica. Qualunque sia il progetto non c’è che da rimanere estasiati davanti al fascino della creatività e alle potenzialità delle proposte visionarie di chi partecipa.

Case Passive: massima efficienza energetica e consumi quasi a zero

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Una casa passiva, o passivhaus, è un modello di abitazione di ultima generazione, teso ad assicurare la massima efficienza energetica e il minor impatto ambientale. In realtà, il termine tedesco Passivhaus, identifica più propriamente lo standard sul quale quale questo nuovo esemplare abitativo si modella.

Lo standard Passivhaus è nato nel maggio 1988 dalla collaborazione tra il fisico Tedesco Wolfgang Feist, dell’Institut für Umwelt und Wohnen (Istituto per l’Ambiente e l’Edilizia), in Germania, e Bo Adamson, ricercatore ed ingegnere dell’università di Lund, in Svezia. Uno standard che ha guidato la rotta verso una concezione abitativa più ecologica ed innovativa, sfruttando la giusta combinazione tra qualità dei materiali impiegati ed esposizione solare. Il risultato è un edificio dai consumi energetici così ridotti da nonaver quasi bisogno di essere scaldato, e negli inverni più freddi dei gelidi paesi del nord!

Fig.1 Esempio di Casa Passiva

Le passivhaus sono un progetto tutto Europeo, infatti, le prime case passive furono costruite a Darmstadt, in Germania, nel 1990. Dapprima sviluppatesi principalmente nel nord Europa, si sono negli anni diffuse anche nei paesi dal clima più temperato, come Francia ed Italia. La diffusione, tuttavia, è rimasta confinata alle regioni più a nord e lo standard di esecuzione è stato riadattato alle case passive mediterranee, uno standard creato appositamente per tutti i paesi che si affacciano sul mediterraneo e che necessitano di accortezze differenti dagli edifici ubicati nei paesi freddi.

Per definire una passivhaus, l’edificio deve rispettare determinati parametri:

  • Il fabbisogno termico per riscaldamento ed il fabbisogno frigorifero per raffrescamento devono rimanere al di sotto di 15 kWh/m2anno (pari a 1,5 litri di carburante ciascuno);
  • Il fabbisogno di energia primaria deve essere minore di 120 kWh/m2anno (consumo di energia primaria per riscaldamento, raffrescamento, approntamento e distribuzione acqua calda sanitaria, energia elettrica degli elettrodomestici e corrente elettrica “ausiliaria”, ovvero a servizio degli impianti);
  • Il valore n50(ricambio di aria interna per perdite attraverso gli spifferi in corrispondenza di una depressione/sovrappressione di 50 Pascal) deve risultare in opera minore di 0.6 h-1.

Fonte: http://www.zephir.ph

Come si costruisce una casa passiva?

Come detto in precedenza, affinché una casa passiva possa definirsi tale, e rientrare nei parametri evidenziati sopra, è necessaria l’azione sinergica di più strumenti che garantiscano il massimo isolamento termico e la massima efficienza energetica.
Una peculiarità decisiva delle passivhaus è la capacità di sfruttare il calore passivo profuso dall’interno, utilizzando sistemi non convenzionali, ma non sicuramente nuovi,  come il calore frutto dell’irraggiamento solare , la dissipazione termica degli elettrodomestici attivi e delle stesse persone che vivono all’interno. Va da sé che per raggiungere un tale obiettivo debbano essere seguiti scrupolosamente una serie di passaggi esecutivi fondamentali.

Fig. 2 I 5 pilastri delle passivhaus

Fra gli altri, vi è l’isolamento termico. L’isolamento dev’essere ai massimi livelli, dal suolo fino al tetto. E’ indispensabile che l’involucro esterno della struttura sia interamente ricoperto da uno strato di materiale isolante di uno spessore triplicato rispetto a quello utilizzato per le abitazioni tradizionali (rispettivamente di circa 30 cm contro 8-10 cm). L’isolante va posto all’esterno, e dev’essere posizionato in modo tale da impedire che si formino ponti termici. Gli elementi costruttivi esterni devono saper trattenere l’aria, capacità verificata tramite test di pressione blower-door. Per l’isolamento perimetrale di case passive con lastre Styrodur, è possibile sovrapporre tre lastre dello stesso, per ottenere un isolamento termico innovativo, orientato al risparmio energetico. L’isolamento di case passive, infatti, non può prescindere dall’isolamento della piastra di fondazione (si riveda, per esempio, lo scorso articolo sulla termografia e l’isolamento perimetrale).

I materiali utilizzabili sono numerosi, dal legno, al cemento o ai mattoni, ciò che conta davvero in una casa passiva è soprattutto la progettazione dell’edificio:

  • Utilizzo di finestre termiche. Il vetro dev’essere triplo, anziché doppio. Le finestre devono essere grandi, per permettere l’entrata di luce e calore dei raggi del sole;
  • L’isolamento termico dipende anche dalla forma dell’edificio. Volumi compatti sono più efficaci nel mantenimento del calore rispetto edifici dal volume irregolare.
  • L’edificio dev’essere disposto correttamente rispetto al sole, coerentemente con le condizioni climatiche del luogo in cui si fabbrica la casa passiva;
  • Ventilazione controllata. Nonostante la ventilazione comporti una certa perdita di calore, l’utilizzo di adeguati dispositivi di controllo permettono all’aria di entrata di assorbire dall’80% al 90% del calore dell’aria in uscita. Inoltre tali strumenti consentono di uniformare l’aria nelle stanze, permettendo uno scambio tra stanze più calde e stanze più fredde, di modo che l’aria calda entri nelle stanze più freddolose.

A queste accortezze se ne aggiungono altre di natura estetica e funzionale. Le case passive possono essere associate ad un impianto geotermico, o abbinate alle più avanzate tecnologie degli impianti fotovoltaici. Inoltre, possono seguire a un intenso studio dell’ombreggiatura, propendendo per accurati dettagli architettonici o determinate piantumazioni.

L’aspetto più importante che ha impedito la diffusione delle case passive è il loro costo, in quanto la loro realizzazione richiede l’impiego di persone altamente specializzate, tecnologie all’avanguardia e materiali di elevata qualità. Sebbene il risparmio energetico permetta di ammortizzare i prezzi di acquisto, lo fa nel lungo periodo, non permettendo una veloce copertura delle spese sostenute.

Se l’articolo vi è piaciuto, richiedete la brochure per sapere qualcosa di più sugli isolanti Styrodur.

Umidità di costruzione e muffa

Umidità di Costruzione e Muffa

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Prima di comprare al supermercato o in un centro specializzato un prodotto contro la muffa, è consigliabile cercare di capire quali sono le ragioni che hanno portato alla sua comparsa e alla sua diffusione. Trovare un sistema antimuffa adeguato alle circostanze, infatti, è semplice solo se si sa bene dove, come e perché intervenire. Per esempio, in molti casi la muffa può essere la conseguenza della cosiddetta umidità da costruzione, che deriva dalla presenza di acqua rimasta all’interno dei materiali nel corso della realizzazione della struttura dell’edificio.

In una circostanza del genere, infatti, accade che il processo di evaporazione dell’acqua che rimane alla conclusione del processo di costruzione porta alla comparsa di macchie di umidità piuttosto estese e dalla forma irregolare. L’acqua evapora in tempi più o meno prolungati a seconda dei casi, ma il periodo necessario per una evaporazione completa può diventare maggiore nel caso in cui essa sia ostacolata o rallentata da altri fattori: tra questi, vale la pena di menzionare in modo particolare la presenza di fenomeni di condensa interstiziale e il ricorso a rivestimenti, intonaci, pitture e in generale materiali che impermeabilizzano.

 

 

I difetti di costruzione generano umidità da infiltrazione

Non è da escludere, inoltre, la possibilità di avere a che fare con un tipo di umidità da infiltrazione, nota anche come umidità meteorica. Si tratta di quella particolare manifestazione di umidità le cui origini devono essere rintracciate nella penetrazione all’interno dell’organismo edilizio della pioggia. Ciò può accadere, per esempio, per delle carenze dell’involucro o dei difetti di costruzione: l’acqua piovana, in sostanza, si infiltra all’interno dell’involucro perché non viene respinta dal sistema di copertura, e quindi non può essere smaltita.

Non è difficile riconoscere, in circostanze del genere, se si ha a che fare con il fenomeno di penetrazione dell’acqua: per individuarlo, infatti, è sufficiente scoprire se ci sono macchie molto estese nella parte esterna e con una superficie limitata nella parte interna, in corrispondenza della zona in cui è avvenuta l’infiltrazione. Che cosa si può fare in questo caso? Intervenire alla radice vorrebbe dire – con tutta probabilità – demolire e a ricostruire.

Tuttavia svariate sono le soluzioni contro la muffa che è possibile provare prima di intervenire in maniera invasiva. E’ possibile utilizzare prodotti antimuffa la cui applicazione nonostante risulti semplice e casalinga riesce comunque ad intervenire su tutte le cause potenziali di muffa: umidità di risalita, ponti termici, elevata umidità in cucina o in bagno, ambienti sempre chiusi, stanze poco areate, e così via.

Il tetto verde: vantaggi e caratteristiche

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Il giardino è specchio della società e del rapporto con la natura; ed è insieme uno spazio mitico, dove con più fantasia e libertà è possibile la collaborazione tra artista e architetto.
Arnaldo Pomodoro

Il tetto verde, o tetto giardino, è una struttura complessa, una copertura identificabile per la presenza di una ricca vegetazione, arborea o floreale, a seconda della complessità progettuale.
I giardini pensili non sono certo una novità del nostro tempo: la stessa parola “pensile” ha origini dal latino  pensilem, ovvero “che sta sospeso”. Dalla Scandinavia agli antichi romani, dai giardini pensili di Babilonia a quelli di Semiramide, la storia è ricca di esempi di giardini sospesi e coperture verdi ad uso termoisolante e termoregolatore.
I tetti verdi mantengono oggi le stesse caratteristiche tecniche e concettuali del passato. A cambiare è la tipologia di struttura scelta per la loro realizzazione. Complice l’urbanizzazione sregolata, l’uomo si è visto derubato degli spazi verdi a sua disposizione, trovando nel tetto giardino una risposta adeguata alle sue necessità.

Quante tipologie di tetto verde?

A seconda della complessità, il tetto verde si suddivide in tre tipologie strutturali:

1- Tetto verde estensivo. Simili a un manto d’erba naturale, il tetto verde estensivo richiede una minima manutenzione, trovando nutrimento in modo del tutto autonomo. Le radici non richiedono troppo spazio cosicché lo spessore di copertura rimane entro i 10-13 cm.
2- tetto verde semi-estensivo. In questa tipologia di copertura il manto verde si riempie di veri e propri arbusti e assume uno spessore tra 15 e 30 cm.
3- Tetto verde intensivo. Dei veri e propri giardini attraversati da sentieri pedonali, elementi ornamentali e spazi dedicati alla persona (tavoli, panche).

La progettazione di un tetto verde, come si può ben vedere, richiede valutazioni ben precise a seconda della tipologia di copertura desiderata. Nelle immagini sottostanti è possibile osservare quali siano gli elementi necessari alla realizzazione di un tetto verde rovescio di tipo estensivo e di tipo intensivo.

Quali sono i vantaggi?

I vantaggi di un tetto verde sono davvero numerosi. Oltre a possedere un perfetto effetto d’isolamento, contribuendo a mantenere gli ambienti abitativi freschi d’estate e caldi d’inverno, le qualità dei tetti giardino incidono notevolmente in molti altri aspetti della nostra vita, dalla qualità dell’aria al nostro benessere psico-fisico, dal miglioramento estetico del paesaggio alla maggiore efficienza energetica. Eccone elencati alcuni.

Vantaggi Ambientali

Miglioramento della qualità dell’aria e mitigazione microclimatica. I tetti verdi contribuiscono a combattere l’effetto di isola di calore che si crea nelle città e ad assorbire CO2 presente nell’atmosfera. Inoltre le piante catturano le polveri e le sostanze nocive trasportate dal vento. Così l’aria è più pulita e rinfrescata mentre si riduce la percezione di aria asciutta e polverosa tipica dei grandi centri urbani.

Riduzione dell’inquinamento acustico. Una vera barriera naturale contro l’inquinamento sonoro. Il livello di riduzione dell’inquinamento è direttamente proporzionale alla quantità e qualità della vegetazione.

Assorbimento dell’elettrosmog, ovvero delle onde elettromagnetiche emesse da reti cellulare e dalle ricetrasmittenti.

Creazione di ulteriori spazi per gli orti urbani;

Creazione di nuovi habitat per piante e animali.

Vantaggi funzionali:

Protezione meccanica della copertura

Protezione dello strato della copertura dagli sbalzi termici di gelo e disgelo e mantenimento di una perfetta traspirazione degli strati;

Protezione del solaio, della guaina impermeabilizzante e dell’isolante, riducendone gli interventi di sostituzione.

Vantaggi Ricreativi ed estetici
I tetti verdi, oltre ad abbellire l’estetica degli edifici, possono diventare delle vere e proprie aree relax dove poter godere dei benefici di stare all’aria aperta e di trascorrere dei momenti piacevoli in compagnia di parenti e amici. In commercio esistono un’infinità di accessori per esterno che permettono di realizzare soluzioni pratiche e di design per sfruttare  al meglio i tetti giardino.

Vantaggi Economici:

Una copertura con giardino pensile può richiedere un investimento iniziale, tuttavia le spese di progettazione e manutenzione si ammortizzano nel tempo. Inoltre esistono delle agevolazioni per la riqualifica energetica degli immobili destinati anche alla realizzazione di tetti verdi. Tra questi ricordiamo l’ecobonus 65%, con scadenza a fine anno, e la legge 14 gennaio 2013, n. 10 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”.

I vantaggi economici di una tale soluzione possono essere ricondotto a:

Contenimento dei costi energetici per il riscaldamento d’inverno e il condizionamento d’estate, con conseguente riduzione delle spese in bolletta;

Risparmio nei costi di risanamento.

Riduzione del deflusso idrico. Un tetto verde può assorbire fino al 90% dell’acqua piovana che altrimenti finirebbe in sistemi di smaltimento, riducendo la portata d’acqua nelle fognature.

Massimizzazione dell’efficienza energetica. I tetti verdi, infatti, sono compatibili con l’installazione di impienti fotovoltaici, permettendo in tal modo un raddoppiamento del risparmio energetico.

SISMABONUS E FASCICOLO DI FABBRICATO NEL PIANO CASA ITALIA

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Dopo più di un mese dal terremoto che ha colpito il centro Italia si riapre il dibattito sulla sicurezza degli immobili, un tema lasciato in sospeso per troppo tempo.

I soccorsi hanno funzionato, ora si deve cominciare a pensare alla prevenzione e alla messa in sicurezza degli edifici, sia pubblici che privati. Lo scorso 1 settembre 2016, nel corso della riunione in cui hanno partecipato parlamento e governo, si è discusso a lungo sull’introduzione di nuove normative e incentivi per la diagnostica degli edifici e gli interventi di riqualificazione. Come è emerso dall’incontro, è necessario disporre di tutte le competenze scientifiche e tecnologiche indispensabili affinché sia garantito il salto di qualità sperato.

Infatti, dal punto di vista della sicurezza, le misure preventive sono ad oggi carenti: come afferma Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della camera, “oggi l’unica misura di prevenzione è L’ecobonus per le zone sismiche 1 e 2 ma è insufficiente, perché non permette di affrontare lavori impegnativi”.

Per quanto non sia una partenza da zero, considerate le misure in corso, la prossima legge di stabilità metterà sul tavolo il piano Casa Italia, il piano nazionale ventennale per la prevenzione e la messa in sicurezza, lanciato dal primo ministro Matteo Renzi. I lavori sono stati affidati al rettore del politecnico di Milano Giovanni Azzone, e si muoveranno principalmente su quattro linee:

1- Regolamentazione delle informazioni del paese

2- Studio e analisi delle modalità di intervento, inizialmente affidate al gruppo G124, su direzione dall’architetto Renzo Piano

3- Studio e messa a punto delle questioni finanziarie e delle annesse procedure;

4- formazione di tecnici, professionisti e dipendenti pubblici per realizzare un progetto che coinvolga tutti i cittadini.

Il piano si avvalerà di incentivi pari a due miliardi all’anno per 20 anni e prevederà uno stazionamento di 50 miliardi di euro che saranno rigorosamente diluiti nell’arco del ventennio.

SISMABONUS e FASCICOLO DEL FABBRICATO

Il piano casa Italia includerà il tanto atteso sismabonus e il ripristino dei fascicoli sul fabbricato. Per quanto riguarda la questione sismabonus, saranno prese le necessarie misure tecniche, fiscali ed economiche destinate ad incentivare l’adeguamento di tutte le abitazioni (sia prime sia seconde case), edifici produttivi, luoghi pubblici e siti culturali, in tutte le zone sismiche, non solo nelle aree 1 e 2, come è accaduto fino ad ora.

Accanto a questa serie di incentivi e detrazioni fiscali si sta pensando di reintrodurre il tanto vilipeso fascicolo di fabbricato. Questo potrebbe essere incluso nell’ecobonus sotto forma di detrazioni per la certificazione sismica dell’edificio.

Le cose dovranno però andare diversamente rispetto al passato: come affermano i periti industriali, suddetto fascicolo dovrà essere in possesso di valore di certificazione, non solo descrittivo, per dare un quadro immediato della situazione di ciascun immobile. Diventerà un vero e proprio documento di identità dell’edificio, al fine di scongiurare eventi catastrofici e luttuosi, quindi preservare la sicurezza dei cittadini.

Ovviamente esistono delle incognite rilevanti per l’attuazione del piano Casa Italia, in particolare tempi e costi di attuazione. Siamo davvero in grado di far fronte ad una spesa simile nei tempi stabiliti? Per ora le risposte sembrerebbero positive, tuttavia per avere un quadro definitivo si dovrà attendere la prossima legge di stabilità 2017 che sarà disponibile non prima della fine di quest’anno.

Intervista a Luciano Mazzer, Fi-Ve SRL (Fonte: You Trade)

Styrodur

FI VE ha acquisito da BASF lo stabilimento di Bibbiano per la produzione di Styrodur®. Qual è il motivo di questa scelta?

Luciano Mazzer: ” È un’opportunità che si è presentata proprio nel momento in cui stiamo spingendo la nostra presenza sul mercato dell’isolamento termico. L’abbiamo colta e la BASF ha individuato nel nostro Gruppo le caratteristiche di serietà e lucidità aziendale in grado di sviluppare il brand Styrodur®. Per questo l’accordo prevede la licenza d’uso del marchio Styrodur® in Italia e altri due Paesi europei. Per noi significa riposizionarci raggiungendo una quota importante del mercato degli isolanti termici. “

Perché considerate importanti le caratteristiche di questo materiale?

LM: ” Styrodur® ha oltre 50 anni d’esperienza in questo mercato, ha quindi accumulato esperienze applicative come pochi altri prodotti e ha la caratteristica distintiva di seguire un rigidissimo disciplinare di produzione. Viene fabbricato con materiali vergini prodotti dalla BASF SE di Ludwigshafen. “

Come pensate di valorizzare il prodotto sul mercato italiano?

LM: ” Quando ero piccolo, e avevo 30 anni, ero io che andavo a proporre i nostri prodotti innovativi ai progettisti e ho imparato bene ciò che il mondo dell’edilizia richiede: sicurezza, stabilità, rispondenza e durata per decenni. Una conoscenza, questa, dalle fondamenta solide, che ci ha consentito di sviluppare modelli di vendita basati sulla risposta puntuale ad esigenze precise che devono tener conto anche delle contingenze economiche del momento. Il successo di alcuni nostri marchi come Tegola Canadese deriva proprio da questa conoscenza. Prodotti che non esistevano nel nostro Paese ma che rispondevano a nuove esigenze strutturali ed estetiche di un’Italia che cambiava. Perciò crediamo che, con questa nostra capacità di dialogare con il mercato, le caratteristiche di Styrodur® troveranno sempre più campi di applicazione. “

Qual è il valore finanziario dell’operazione?

LM: ” È difficile dare dati puntuali, non per reticenza, anche se esistono patti di riservatezza che regolano operazioni come queste, ma le posso dire che mettendo insieme ciò che riguarda le risorse umane, la valorizzazione delle competenze dell’organizzazione commerciale e la rimessa in pista dell’area marketing sia su carta che digitale, oltre agli investimenti in comunicazione, l’operazione BASF-Styrodur® ha richiesto investimenti ingenti. “

Pensate di apportare cambiamenti nell’organizzazione della fabbrica?

LM: ” La forza delle nostre aziende è la “lean organization” (l’organizzazione snella) che è il nostro modello di “lean manufacturing”, un modello che comprende le risorse specifiche di produzione e marketing, ma che mette in campo sinergie significative con tutte le altre aziende del Gruppo FI·VE e della Holding IWIS.
Pertanto sarà questa la fase cruciale delle attività prossime che riguardano la produttività: la capacità di collegarsi in un sistema di decisioni rapide e integrate. “

Il prodotto si integra con le caratteristiche del vostro gruppo?

LM: ” Come dicevo prima, Styrodur® è il miglior prodotto nel suo campo specifico che, inserito all’interno della nostra offerta complessiva, vedrà aumentare le sue potenzialità di mercato. La nostra forza sta proprio in questa qualità di servizio: sappiamo bene che il progettista è interessato non al prodotto in sé, ma al raggiungimento degli obiettivi di funzione che si è prefissato, senza incidere troppo sui costi e senza difficoltà in fase di applicazione. Con la nostra famiglia di prodotti, che ora comprende anche Styrodur®, siamo in grado di completare l’idea progettuale scegliendo i prodotti adatti a ogni tipologia di progetto. Sono tanti i marchi conosciuti del Gruppo e tutti sono “Premium” del settore. “

Per quale motivo avete deciso di investire nonostante continui la crisi del mercato edile?

LM: ” Il mercato italiano dell’edilizia dal 2007 al 2014 ha subìto un drastica flessione, forse più del 50%. Resistere a un crollo di siffatte proporzioni è stata molto dura e lo si è potuto fare solo grazie a una struttura aziendale reticolare distribuita a livello europeo e con una capillarità commerciale globale.
Siamo convinti che nei prossimi anni si potrà ancora crescere grazie alle nuove tecnologie e alla ricerca dell’impatto zero anche dal punto di vista energetico nelle abitazioni. “

FI·VE è controllata da IWIS, holding italiana che raggruppa diverse aziende nel mercato dei prodotti per l’edilizia. Non è la prima acquisizione che avete fatto: può riepilogare le puntate precedenti?

LM: ” Ritornando a quanto ho detto all’inizio dell’intervista, sulla nostra decisione di impegnarci a fondo nel settore dell’isolamento è di due anni fa l’acquisizione di Fibrotermica – specializzata nell’isolamento termoacustico con stabilimenti in Italia, Grecia ed Ungheria – e di Venest – con stabilimenti in Italia, azienda pioniera e specializzata nella produzione di pannelli isolanti in XPS e poliuretano.
Queste sono solo le ultime puntate di un percorso strategico per diventare sempre più i fornitori completi in questo campo e nell’edilizia in generale. Oggi, chi si rivolge a noi, trova tutti i tipi di isolanti termici per isolare, dalle fondazioni al tetto. La nostra competenza sta nella soluzione tecnica da consigliare al cliente. “

Quanto conta l’investimento in nuovi materiali in previsione del futuro?

LM: ” Per aziende come le nostre l’innovazione è una costante imprescindibile, pena perdita di competitività e il ritrovarsi con quote di mercato marginali. Nei prossimi anni ci sarà sempre più attenzione al benessere delle persone e dell’ambiente, con particolare riferimento alla riqualificazione dell’ambiente urbano; su questo noi saremo uno dei player rilevanti, per questo abbiamo investito molto in ricerca. Non solo in materiali, ma in conoscenza, in competenza e con risorse umane adeguate. “

Da tempo l’attenzione è concentrata sull’impatto ambientale dell’industria dei materiali. Come si confronta questa operazione con le esigenze di sostenibilità?

LM: ” Oggi fare impresa implica molte complessità, siamo consapevoli che un’organizzazione deve essere responsabile e rendere conto dei propri impatti sulla società, sull’economia e sull’ambiente. Per questo la valutazione dell’impatto produttivo e l’uso dei materiali va controbilanciato dai risparmi ambientali che si ottengono da corrette attuazioni di specifiche di isolamento e di risparmio energetico.
Styrodur® ad esempio è un materiale totalmente eco-sostenibile certificato dal marchio di ecoefficienza riconosciuto dal TÜV (Technischer Überwchung – Verein Associazione per la sorveglianza tecnica).

Abitazioni a impatto energetico zero non sono più speranze ma sono già la realtà e a questo punto chiediamo anche alla politica di essere parte attiva in questo percorso: gli incentivi sono motori formidabili di accelerazione della cultura del risparmio energetico, ma sono necessarie scelte e indirizzi economici che diano priorità al miglioramento del parco dell’edilizia urbana. Al raggiungimento di questo grande obiettivo possono e devono dare il loro contributo le università e gli istituti di ricerca nazionali. “

Styrodur® è un marchio registrato da BASF SE
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